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mercoledì 30 novembre 2016

LE CATEGORIE STILISTICHE: L'HAUTE COUTURE

Cari lettori,
oggi ci dedichiamo al LUSSO.
 Perché possiamo essere anticonformisti e avere un'anima marxista dentro di noi, ma tutti (o tutte) ci sciogliamo di fronte a delle opere d'arti come quasi sempre sono gli articoli che l'alta moda sforna due volte all'anno.
Nessuno può resistere!


donnamoderna.com/sfilate/donna-altamoda/primavera-estate-2013/parigi/alexis-mabille

Come ogni capolavoro, ha una importanza fondamentale la scelta dei materiali (preziosi) e la manodopera. L' hand made è una priorità, la ricerca del dettaglio un obbligo, l'assenza dell'errore un concetto imprescindibile.
Nulla è a caso. Dietro ogni scelta stilistica c'è una ricerca.


Caratteristiche:

  • esclusività dei materiali, forme e dettagli;
  • moda su misura;
  • valore del fatto a mano;
  • ricerca estrema nelle scelte stilistiche;
  • eleganza, sfarzosità..in una sola parola: lusso.

Questa volta non vi carico immagini.
Ma vi esorto ad aprire questo link:

http://www.vogue.it/sfilate/stagione/alta-moda-autunno-inverno-2015-16


Troverete tutte l'alta moda presentata per lo scorso inverno in cui vi sarà più facile scovare le immagini che più vi intrigano. Sono sicura che per voi non sarà un problema spulciare nella pagina di Vogue.it e tutto ciò vi aiuta a conoscere le "fonti della moda".


Bene carissimi,
al prossimo appuntamento!

LE CATEGORIE STILISTICHE: IL PRÊT-À-PORTER 


Carissimi lettori,
oggi parleremo di un po' di teoria.
No, non temete i filosifismi sul fashion li ho terminati alcuni posts fa..

Oggi chiariremo una nozione base della progettazione nel campo della moda. In un mood board, lo abbiamo detto tante volte è di vitale importanza definire il target, l'occasione d'uso, ma ancor più rilevante: la CATEGORIA STILISTICA.

Che cos'è??

Le categorie stilistiche sono delle aree in cui possiamo suddividere il mercato del fashion le quali determinano l'impronta stilistica della collezione (e del marchio stesso), le scelte di progettazione e diciamolo anche il profilo del target.

Sono principalmente 4  (talvolta uno può contaminare l'altro così da rendere la distinzione molto fluida):

  1. PRÊT-À-PORTER
  2. COUTURE
  3. SPORT&STREET
  4. GLAM&COOL
Le avevamo un po' accennate nei posts precedenti, ma non ne abbiamo mai parlato apertamente!
Quindi direi che era ora di fare chiarezza :)

Allora PRÊT-À-PORTER significa letteralmente " pronto da portare", poiché ha la suddivisione in taglie standard che rendono l'industrializzazione del capo di PRÊT-À-PORTER semplice ed estendibile su un mercato di larga scala.
Infatti attraverso la definizione di taglie definite e la descrizione di schede tecniche è possibile produrre il prodotto in varie parti del mondo seguendo le procedure stabilite senza che le caratteristiche dello stesso varino a seconda dell'azienda.

Con questo non si vuole trasmettere l'idea che la qualità o il valore pecuniario sia inferiore all'alta moda, per esempio. No, anzi, talvolta alcuni capi di PRÊT-À-PORTER  possono costare di più rispetto ad un capo su misura. Nella progettazione di entrambe le tipologie di prodotto vi è una squadra d stilisti o l'entourage di un grande nome nl firmamento del fashion che disegna e definisce i dettagli della collezione. Dunque, si evince il fatto che vi sono delle passerelle!!
Eh si, anche nel PRÊT-À-PORTER  troviamo collezioni autunno/inverno e primavera/estate!! E come sempre c'è anche la fashion week!

Quindi PRÊT-À-PORTER non vuol dire minore qualità, prezzo o prestigio!!
Anzi molte volte molte grandi aziende sostengono due linee nel grande mercato della moda: sia alta moda che moda standardizzata così da coprire un ventaglio di target più ampio!
(Furbi eh??)


Ecco, ora definiamo meglio le caratteristiche dello stile PRÊT-À-PORTER visto che ne abbiamo compreso le peculiarità:

  • valorizzazione dell'essenzialità della forma;
  • rifiuto dell'eccentricità e di tutto che ciò che è estremo;
  • impronta formale, che mette in risalto il valore aggiunto del taglio "ben fatto";
  • minimal, non necessariamente basic, ma di sicuro con un punto di vista molto pulito,


Bene, ora ecco una manciata di immagini di passerella per chiarire il concetto!!



Giorgio Armani A/I 2016-17 Milano, da "Grazia.it/sfilate"


Vedete? Niente fronzoli eccessivi ma purezza della forma ed essenzialità. Non saprei come definirlo in un altro modo.
Eppure Troviamo un tessuto molto raffinato come il velluto (se gli occhi non mi ingannano).
Lo stile PRÊT-À-PORTER  è molto versatile, si adatta molto ad ogni contesto e a qualsiasi occasione d'uso. Pensate, se vestiti così andassimo a fare la spesa (se fossimo nel mondo verosimile di Disperate Housewife) o in ufficio o ad un incontro ufficiale o ad un aperitivo last minute in centro...Saremmo perfette sempre.




Max Mara A/I '16-'17, Milano, da donnamoderna.com/sfilate


Diesel Black Gold A/I '16-'17 Milano, da donnamoderna.com/sfilate


Dolce e Gabbana, A/I '16-'17, Milano, da "donnamoderna.com/sfilate"


Si, non sembra molto "essenziale", soprattutto vedendo la borsetta, in più io non sapevo che D&G proponesse anche PRÊT-À-PORTER.
Perdonate la mia ignoranza, ma io sono giovane in questo campo e non potrei permettermi nemmeno il laccio delle scarpe di D&G senza che il mio portafoglio pianga amare lacrime..



Bene carissimi,
concludo perché spero di avervi dato un concentrato del "che so'è il PRÊT-À-PORTER  "..
Alla prossima puntata con l'ALTA MODA!

sabato 26 novembre 2016

Lanificio Paoletti, parte 3: DALLO STOPPINO AL TESSUTO

Bene cari,
siamo alla terza puntata del nostro viaggio dentro al lanificio Paoletti.
Se vi siete appena sintonizzati su questo blog, ecco i links per ripercorrere i primi passi dentro questa azienda.


Eravamo rimasti allo stoppino.
Nel prossimo video potrete vedere la il processo di torsione dello stoppino.



Le bobine contengono una lunghezza x, troppo limitata in fase di tessitura. Perciò che si fa? Si uniscono più capi consecutivamente attraverso questo macchinario che utilizza la pressione dell'aria compressa per legare le fibre l'una all'altra.









Così, abbiamo il filato, adesso ci manca il tessuto a navetta!

Che cos'è il tessuto a navetta??

Il tessuto a navetta è composto da due gruppi di fili (trama e ordito) che attraverso un intreccio formano il tessuto. Questa lavorazione si distingue dalla lavorazione a maglia che invece è caratterizzato dalla concatenazione di  uno (o più fili ma limitati) su se stesso attraverso la formazione di cappi.



 Due pinze si incontrano a metà telaio..
 Si scambiano i fili..


E infine il pettine ammassa su un lato gli intrecci creando la trama del tessuto.

Dietro la macchina ad ogni filo di ordito vi è ancorato un aghetto piatto e spesso di metallo. Nel caso si rompa un filo la placca corrispondente cade, la macchina smette di funzionare e l'operatore interviene annodando i capi e facendo ripartire il macchinario.






Ecco altre foto di tessuti :)








Carissimi, siamo arrivati a malincuore alla fine del nostro viaggio.
Vi esorto a pormi domande qualora avessi tralasciato qualche particolare.

Un caro saluto e un affettuoso GRAZIE a questa meravigliosa azienda.

WHAT A BLACK FRIDAY!

Bene, urge pubblicare una piccola parentesi... Soprattutto per  coloro che non conoscono le tradizioni made in USA.
Yesterday was the date. Ma tutt'oggi perfino i più  piccini sanno che è il "venerdì nero"!!
Eppure tra noi c'è ancora qualcuno che si chiede....Che cos'è??
E' il giorno successivo al giorno del Ringraziamento, la celebre festa a stelle e strisce, in questa giornata i negozianti abbassano i prezzi con l'intento di dare un nuovo slancio alle vendite. Ultimamente si può parlare anche in Italia di "febbre da BLACK FRIDAY", perché il solo pensiero degli sconti animano anche le donne più apatiche e gli uomini più riluttanti ad allungare il braccino verso il portafoglio. E l'espressione "BLACK FRIDAY" risuona come un mantra nei cervelli di tutti.
E funziona, come mantra intendo, perché di sconti effettivi solo alcune aziende li applicano con un serio vantaggio per il cliente, ma tanto non importa, la mente umana è già sintonizzata sul programma "scovare l'affare o comprare tutto quello che si interpone tra me e un oggetto che serve".
Forse è proprio questo il punto. L'essenzialità. Il consumatore consapevole. Alla tele i passanti sono divisi tra considerare il BF (non si sta parlando di Best Friend, ma Black Friday!!) come una benedizione o l'ennesima americanata. Eppure quello che trasforma un'americanata in una benedizione è proprio la capacità del cliente di approfittare dell'onda degli sconti per comprare prodotti utili e evitare di essere trasportato dal vento sfrenato del consumismo, perché non dura tanto, dopo arriva Messer Pentimento.
Perciò è proprio con questo ultimo paragrafo che vi ho inculcato velatamente (ve ne siete accorti o non era poi così effetto chiffon) il mio pensiero su questo giorno che mi ha permesso di comprare  la custodia del pc a 2 euro in meno su Amazon.
Anche se adesso, proprio in questo momento, il tarlo della diffidenza si fa sentire a gran voce: "Che poi le perdite monetarie che le aziende hanno applicando gli sconti, non saranno atti di beneficenza, come recupereranno i soldi? A meno che i prezzi non siano così gonfiati normalmente che avendoci spennato una vita, togliere qualche eurino non fa la differenza!"
Ora l'ho messa a tacere questa pulce nell'orecchio, non temete, in questa guerra fra poveri che viviamo ogni giorno sotto il manto della finzione politica, fa piacere togliersi qualche sfizio e godersi la vita ognuno a suo modo.

Ma ditemi, voi cosa ne pensate? E' oro tutto ciò che brilla?
I vostri portafogli si sono alleggeriti in modo soddisfacente? 

venerdì 25 novembre 2016

Lanificio Paoletti, parte 2: DALLA FIBRA AL FILO

Carissimi lettori!
Ecco il sequel della mia avventura nella maestosa azienda Paoletti!
Nel caso tu volessi leggere il primo post su questo argomento, ecco il link:


Le fibre di lana sono dapprima lavate, poi asciugate, vengono unte anche con un olio artificiale, successivamente sono pronte per essere lavorate.


In questo video potete vedere l'asciugatura della lana.

Probabilmente vi starete chiedendo perché i fiocchi di lana stanno cadendo dal soffitto come neve a dicembre???
Ecco, una cosa che a me ha stupito apprendere è che la lana, sotto forma di fibra viaggia attraverso condotti ad aria per potersi spostare da una stanza all'altra.
 Nelle foto seguenti questo dettaglio è più evidente:




Ora vi posto il video della macchina cardatrice, mi scuso, la registrazione è pessima. Ho frammentato i passaggi che compie questo enorme macchinario per problemi di spazio (Blogger consente di caricare video di dimensioni massime di 100MB e questo pesa il quadruplo del consentito). Comunque tutto ciò mi permette di spiegarvi passo dopo passo (più o meno) come dalla matassa di fibre si arrivi allo stoppino!

In questo primo video potete osservare come le fibre vengano sparate attraverso un condotto d'aria dentro la macchina. Le fibre vengono ammassate e attraverso un sistema si pesi e meccanismi, mano a mano che si accumulano, dopo una certa quantità il fondo di una sorta di "cestello metallico" si apre permettendo alla lana di proseguire il proprio percorso nella cardatrice.






Successivamente le fibre passano attraverso una serie di cilindri i quali sono ricoperti da dentini simili a chiodini. Questi cilindri ruotano ed è come se pettinassero la lana parallelizzando le fibre.
Si ottiene, perciò, alla fine un velo di fibre molto sottile.
Una volta, quando ancora questo processo veniva realizzato a mano, si utilizzava il fiore del cardo essiccato.

[Una precisazione...Il cardo veniva utilizzato sia per realizzare la parallelizzazione delle fibre sia in un secondo momento quando dovevano effettuare la cardatura nel tessuto finito. Questa nobilitazione viene effettuata ancora oggi  per estrarre la peluria nel tessuto per renderlo più soffice al tatto. ]





Questo telo viene trasportato in una serie di rulli e piegato su se stesso varie volte per essere re-immesso in altri cilindri. Il telo viene successivamente tagliato a striscioline e ognuna viene ritorta su se stessa.






Ed ecco che giungiamo nella fase finale di questo processo:







Avete visto? Gli ultimi due cilindri dalla superficie irregolare imitano il movimento delle donne filatrici dando una prima torsione al filo affinché le fibre si leghino tra loro.

Lo stoppino, il prodotto finale della macchina cardatrice, ha una resistenza quasi nulla, basta una leggera pressione per poterlo rompere. Ecco perché per ottenere un filo sarà necessario torcere e ritorcere le fibre creando fili a uno o più capi. Cosa vuol dire quest'ultima frase?

Cosa sono i capi? Vi prego di prendere un gomitolo, magari di lana così da non perdere cinque decimi solo per capire cosa sono i capi. Vedete il filo di lana sembra essere composto a sua volta da più fili arrotolati su se stessi e tra loro secondo direzioni diverse. Tutto questo fa parte del grande argomento della "torsione del filo" che affronterò più avanti se vi fa piacere.

Bene carissimi. Nel prossimo post vedremo come dallo stoppino otteniamo un bel tessuto!!!
Besos!










mercoledì 23 novembre 2016

Lanificio Paoletti, parte 1: IL FIOCCO DI LANA


Carissimi lettori,
il 22/10 ho avuto il piacere di trascorrere un pomeriggio straordinariamente interessante che tutti voi mi invidierete.
Ma non abbiate paura, grazie alle risorse tecnologiche (ok, non tanto tecnologiche, ma questo passa in convento, eh!) e alla squisitezza di Paolo, sono stata autorizzata (davanti a testimoni affidabili, giuro) di poter condividere con voi cari amici tutto il mio
MATERIALE MULTIMEDIALE...esatto, foto ma anche VIDEO!


Mi sono prolungata eccessivamente, perciò squarciamo questo velo di Maya and lets speak easy!

Così in un soleggiato sabato di metà ottobre,  il lanificio Paoletti ha esaudito uno dei desideri più ardenti di noi appassionati di fashion e dintorni. Si, proprio così, ha  spalancato i battenti della propria azienda mostrando un meraviglioso showroom di materiali, ma soprattutto organizzando tre turni di visite guidate all’interno dello stabilimento mostrando i cicli di produzione dei tessuti di lana e i macchinari utilizzati!
(Apriamo una parentesi:
lo stesso proprietario ha portato squadre di una ventina-trentina di persone in giro per l'azienda illustrando le origini dell'attività ma anche azionando ogni macchinario  cercando di essere molto chiaro nella spiegazione dei processi di produzione del tessuto di lana..ergo: +1 punto a questa azienda italiana che ha capito che la chiarezza è un principio che arricchisce di valore il prodotto.
Conoscenza=consapevolezza di ciò che si compra = fiducia del cliente)


A proposito, chi è il target di questa azienda produttrice di tessuti?
I clienti finali di questo lanificio sono aziende di alta moda. Questo settore di nicchia, come voi sapete, è uno dei più stabili economicamente in quanto vi è un circolo monetario rigoglioso, la concorrenza è limitata e uno dell variabili di successo è la qualità delle materie prime.




Bene, come vedete dalla foto, il nostro tour parte dal monomero del filato: il fiocco di lana, ovvero quella massa di fibre  lana fresche di tosatura e lavate per togliere una prima parte di impurità (e lanolina, quel grasso che le pecore secernano naturalmente, dal tipico  color paglierino).


La lana proviene da allevamenti foreigners: inglesi, neozelandesi, cinesi, argentini ecc.. ma la maggior parte  dei pascoli sono australiani.
E la lana made in Italy? Dovete sapere che le pecorelle italiane sarde-piemontesi sono allevate primariamente  per scopo alimentare e purtroppo il vello  è costituito da fibre troppo grezze e per niente elastiche perciò sono delle ottime costolette alla brace ma non spiccheranno mai come celebrities nel campo della tessitura. Eppure tutta quella lana, per quanto di bassissima qualità, andrà a finire da qualche parte? Ebbene si, nulla si butta, infatti viene utilizzata per l’imbottitura di materassi e simili o in campo edilizio come isolamento.

Invece, la lana più pregiata e ambita porta il nome di " cashmere".
Io ho potuto stringere tra le dita un fiocco di lana di cashmere e vi posso assicurare che la morbidezza è sorprendente! Perfino le magliettine (in misto solitamente)  che troviamo nei negozi sembrano carta vetrata in confronto a quel candido batuffolo di fibre aggrovigliate dalla consistenza delle nuvole.
Nelle due foto potete notare che i fiocchi hanno tutti un colore diverso. Perciò sicuramente i più arguti tra voi si saranno già chiesti: "se ci sono così tanti colori come si fa ad ottenere un filo cromaticamente omogeneo?"
1. C'è la volontà di ottenere un  il filato mélange.
    Che cos'è un filato mélange? E' una tipologia di filato composto da fili aventi più sfumature cromatiche che rendono il tessuto dal colore sfumato.
2. Le fibre vengono miscelate molto bene cosi si crea un colore unitario più o meno stabile, per cui si ottiene un filato omogeneo.
3. Tintura. Ovviamente si procede con la tintura in filo, per cui si colora il filo, rendendo il colore più stabile e resistente nel tempo.



(-Piccola parentesi per ridere un pochino:
 avevo messo uno sbuffo si cashmere bianco in una bustina da far vedere in famiglia, mia zia vedendomi questo batuffolo tra le mani stava prendendone un pochino scambiandolo per zucchero filato!! E’ stato un gesto istintivo il suo, certo che io a mostrarlo a tavola le ho fatto una cattiveria perché non centrava nulla con i dolcini che ci stavamo pappando in questo momento..!)


Bene. Il prossimo post entrerà nel dettaglio nei processi produttivi, non mancate!