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lunedì 29 febbraio 2016

3.5 LE FIBRE NATURALI



FIBRE NATURALI:

Le fibre naturali possono derivare da due fonti: il mondo vegetale e il mondo animale. Tra le fibre vegetali possiamo trovare: il cotone, il lino e la canapa; mentre tra quelle animali possiamo ricordare la lana e la seta. 
Ecco una tabella esplicativa:

FIBRE
NATURALI VEGETALI
NATURALI ANIMALI
·        COSTITUITE DA CELLULOSA, INFATTI NELLA PROVA DI COMBUSTIONE L’ODORE E’ SIMILE A QUELLA DELLA CARTA BRUCIATA,
·        COIBENTI ,
·        IGIENICHE,
·        NON ELASTICHE,
·        MANUTENZIONE AD ALTE TEMPERATURE,
·        RESTRINGIMENTO DEI CAPI CON IL LAVAGGIO,
·        SENSIBILI ALLA FORMAZIONE DI MUFFE

·         
·        FIBRE A BASE DI PROTEINE, NELLA PROVA DI COMBUSTIONE L’ODORE E’ ACRE COME DI BELLE E PELI BRUCIATI,
·        ISOLANTI,
·        NON MOLTO IGIENICHE,
·        MANUTENZIONE DEVE ESSERE DELICATA A BASSE TEMPERATURE,
·        NON IGNIFUGHE,

Es.: COTONE, CANAPA, LINO,..
Es.: LANA, SETA,..
Tela Vichy

Flanella di cotone


Spugna


Denim


Tricot

Velour di lana

Tweed di lana

Principe di Galles di lana
 

domenica 7 febbraio 2016

2.5: il lungo percorso che porta all'illuminazione ..😌

Produrre un elaborato non è frutto di un idea creativa che di materializza nel foglio bianco tutta da sola, dopo aver fissato per ore e ore il proprio il sopracitato foglio. No, qualsiasi schizzo nasconde dietro di se un susseguirsi di ricerche, riscontri, prove e accostamenti, sbagli e ricalchi. 
Una ricerca insaziabile di spunti che inizia con una parola chiave: tema. Definire un tema è come ritornare alle scuole elementari, quando si cercava di capire l'insiemistica. Ebbene, per progettare un capo, una collezione o quelchesia, bisogna circoscrivere una porzione di "universo". 
Creare una cartella mentale dove la nostra mente (e il nostro pc) salverà tutto ciò che plasmerà il nostro lavoro e si concretizzerà nel prodotto finale. Ma facciamo un passo in dietro. 
Cosa può essere d'ispirazione? Ebbene, voi penserete "di moda si tratta, quindi cerco collezioni passate pertinenti al tema?"
Sbagliato. O almeno, in parte. Certo consultare collezioni passate aiuta spesso a trovare idee, ma la pura illuminazione parte dall'emotività, dalla pancia. Sarà per questo che io mangio sempre mentre faccio ricerca
Comunque ciò che io identifico con "pancia" è quel sesto senso che funge da bussola nella nostra ricerca nel caos mundi. Bisogna navigare tra le informazioni, tra i concetti e tra le immagini a ruota libera e capire cosa salvare nella famosa cartella  di prima. Le fonti spaziano tra arte, architettura, musica, poesia, fotografia, concetti astratti o anche semplicemente colori. Adesso sto lavorando ad un mood dedicato a Chanel e mi sto focalizzando su un materiale, il Tweed. Un tessuto che nasce nella verdeggiante Scozia e che Madamoiselle Coco ha amato, come me ottant'anni dopo, per la sua storia r  il suo fascino. Tanto da creare un suo  modo di concepire e creare il tweed. Con lustrini, filato fiammati e nastri preziosi. 
Ebbene ecco il tema: la mia interpretazione dello stile Chanel utilizzando ogni tipo di tweed. 
Ma ciò che mi aiuterà a realizzare un figurino non saranno le migliaia di meravigliose immagini delle passerelle o dello sguardo magnetico della stilista in posa davanti all'obiettivo. No. 
Io ho cercato ciò che lei e il tema stesso rappresentano per me. 
Prati, prati verdi, libertà, lavoro, discrezione e garbato gusto. Galateo e portamento. 
Quindi ho salvato: l'immagine delle distese color smeraldo del nord della Gran Bretagna, ho richiamato alla mente due film che sentivo vicini al mio vivere questo tema: "colazione da Tiffany", per la grazie e l'eleganza che Audrey Helburn trasmette e "il testimone della sposa".. Per la verità non mi ricordo se sia questo il titolo. Il film ha come protagonisti due amici, una ragazza e un ragazzo (per intenderci, lui è il bel dottore di Grey's anatomy!) solo che lei si vuole sposare con uno scozzese e chiede all'amico di fargli da "damigello della sposa" e lui si accorge di averla sempre amata e di voler un rapporti serio. Per la verità adesso mi viene in mente un altro film che mi risveglia in me quella voglia di riappropriarsi della libertà, di vivere di nuovo un'esistenza piena. Si tratta di "P.s. I love you". Ok, si ambienta nelle campagne irlandesi, oltre che nella Grande Mela, comunque il DonegalTweed è  irlandese dopo tutto. Comunque per me che non sono mai andata in GranBretagna, sia la Scozia che la meravigliosa Irlanda sono i miei sogni proibiti. Beh, proibiti è una parolona definitiva, assoluta invece potenzialmente un giorno potrei andarli a visitare queste due regioni, però il carico emotivo che evocano in me ora, rendono quel sogno un progetto così lontano che non sono sicura che mai riuscirò a realizzarlo. Ciò non toglie che il desiderio sia così alto che non è il proibito a suscitarlo ma la portata del sogno stesso. 
Bando a questi inutili filosofismi che non portano a nulla se non ad un lunghissimo periodo in cui non si capisce il concetto espresso. 
Se chiudo gli occhi solo un genere di musica mi rimbomba nelle orecchie. Folk.  E celtic. Quindi mi correggo, due generi strettamente simili. Il ritmo incalzante. Sento già il piede che batte il ritmo. E l'energia della festa comunitaria. Il ballo. 
La tradizione. 
Sigarette. La sigaretta che Gabrielle Chanel stringeva sempre tra le sottili labbra. Il fumo che riempie i polmoni. Sapore di menta e antico. La musica incalzante. E sotto le palpebre scene di dolce romanticismo, fascino irresistibile e scenari bucolici color smeraldo. 
Ora di tutti questo calderone l'importante è memorizzare scene, particolari, evocazioni. Perché sarà la base del gioco nella quale la nostra mente interpreterà capi d'abbigliamento rendendoli unici proprio in virtù di quei dettagli di forma e fantasie che saranno il filo rosso della collezione. 
Avete le immagini?? Bene, schiacciare play sul brano che avete scelto e iniziate a disegnare nella carta la vostra modella. 
Badate a voi. Non deve essere il solito figurino con la posa mortuaria che proponete ogni volta. No lei deve indossare le vostre creazioni, quindi interpretate anche lei, come degna cornice di un quadro che la valorizzi e viceversa. Secondo la mia personalissima e anticonformista opinione la modella è e sarà sempre un elemento sulla quale il cliente poserà gli occhi e non deve essere perfettamente magrissima e congelata nella posa impeccabile che si usa sempre. No lei deve raccontare l'abito. Per il tema che sto analizzando io ho scelto molte visioni di schiena. O con posture in semi profili per valorizzare il mistero della donna. Amo disegnare i loro visi. Perché voglio che esprimano forza, coraggio e coerenza.  Solitamente chi osserva i miei schizzi su domanda perché io adotti uno stile un po' da fumetto con delle linee molto secche e spigolose. Oggettivamente le mie modelle sono troppo magre. Purtroppo l'insegnante che ha impostato il mio modo di disegnare era fissato con la donna androgena e io apertamente una volta avevo intavolato una discussione proprio perché sono contraria ad uno stereotipo irreale e dannoso per l'immagine delle donne. Abbiate pazienza, sto cercando di cambiare, ma non è facile. Non so se sono l'unica strana o altre persone hanno questo mio difetto: non risco a modificare uno stile di rappresentazione se non doo aver confrontato i miei schizzi con queli di un'altra mano. Sono molto camaleontica quindi riesco a modificare il mio modo di concepire io figurino, ma devo avere un secondo termine di paragone. 
Il confronto. Comunque questo mood richiederà una figura spigolosa per cui con quello successivo noterete delle differenze tra figurini. Amerei molto sentire la città opinione e leggere cosa me pensate. 
Ora bisogna vestire i figurini. Prendete in mano le foto che avevate salvato e focalizzatevi su dei dettagli che ci piacciono. Fantasie particolari. Tratti della modellistica che vi attraggono. E destrutturateli, stravolgeteli, cambiate forme e volumi, giochi cromatici e materiali. Questa è la parte in cui la razionalità della ricerca si lega al fluido creativo che è dentro di voi. 
Ricordate che un capo d'abbigliamento non è solo un tessuto che copre le nudità o che assolve esigenze funzionali. No, un vestito è uno strumento comunicativo per eccellenza. È il biglietto da visita con cui le perone ci giudicano. Ma è anche la seconda pelle che ci rendono tutt'uno con in mondo o ci fanno sentire esclusi da esso. Insomma il capo è la proiezione del nostro io e della nostra mente. Per questo la moda è spesso associata all'arte. E forse è parte di essa. Un quadro comunica con noi. Ma é inanimato. Mentre un abito è uno strumento di una persona viva chevè davanti a noi e ci mette di fronte la sua interiorità senza saperlo.  Degni di lode è colui che sa leggere la persona attraverso la trama e l'ordito. 
Detto ciò buona fortuna e decidete bene con rappresentare il vostro messaggio per il mondo. Anzi come indossare il messaggio. 

venerdì 5 febbraio 2016

3.4: English topic: models in catwalks

Tonight,  I hope that the topic I chose will help you reflect about women's body in reality and in advertising.
The ideal body shape consists in the zero size. Many people can protest " it isn't true!", however fashion uses very thin young models, with androgen characteristics. 
It is so sad because it is known that in catwalk some models have eating disorders in order to lose weight and be super thin. 
In fashion there isn't any place for curvy women or medium size.
Fortunatly, people are beginning to become aware  and realize that unreal picture of a fantasy body shape is harmful to teen girls because they want look like those  models.  
In 2007, the Spanish government banned too thin models from the catwalk. That is a first step to changing the unhealthy fashion and beginning to consider a new point of view: a women can be gorgeous in every size. And, curvy isn't strange. A curvy girl is wonderful because beauty isn't a race to be anorexic, beauty is feeling good in one's own skin. Women must love themselves instead of changing drastically their body.

Do you like you body??




giovedì 4 febbraio 2016

3.3: talking about fibres using the international language: English

Fibers are the smaller part which a fabric is made out. They can be classified in two groups: natural fibers and synthetics fibers.
In the first group we can find: cotton, silk, linen, wool,.. These raw materials come from vegetable world or they are produced by  animals (for examples wool and silk). 
Synthetics are the result of   labs work and they can be designed with all the best characteristics which we want. It can be soft handle as cotton or warm as wool. 
Obviously, there are some differences between natural and synthetic materials. At first the interaction with the body. Natural fibers  make our body feel good, respected in its physiologic functions and there are not adverse reactions. Dressing up with synthetic clothes is the same as wearing plastic. 
But natural raw materials are more expensive than synthetics. 
And so, what is the best?  Can we give a price to health? Do you prefer buy clothes made by natural fabrics or prefer low cost outfit?


venerdì 29 gennaio 2016

3.1: IL FILO ROSSO BOTTONATO TRA PASSATO E FUTURO: IL TWEED



Il TWEED è un tessuto robusto di lana cardata, dalle profonde origini storiche radicate nel nord della Gran Bretagna. Al tatto risulta poroso e di medio peso. Solitamente è prodotto  da filati peluriosi   medio-fini e filati di lana più grezzi. In origine era fatto a mano da filati irregolari bottonati ovvero da filati aventi impurità come fibre diverse e nodini.. I colori più utilizzarti erano grigio e nero mentre  i moduli classici erano a lisca di pesce o con la rigatura diagonale. Tutt'oggi si possono trovare, invece, disegni e sfumature cromatiche di ogni genere, come pied de poule e i quadretti.

L’origine della parola deriverebbe, probabilmente, dall’area del Tweed Valley dove scorre il fiume Tweed , famosa zona di produzione di questo tessuto. Altre teorie, invece, indicherebbero un funzionario inglese come inconsapevole inventore di tale termine, il quale dovendo scrivere la parola “tweel”, antico sostantivo con cui si definisce l’armatura a saia ( odierno, twill), trascrisse, invece, l’erronea denominazione  tweed.

Inizialmente era il materiale utilizzato nelle tenute scozzesi con cui venivano confezionati gli abiti dei cavallerizzi e dei lavoratori dei possedimenti.
Successivamente, tra il XIX e XX secolo, venne impiegato  per confezionare i capi dell’abbigliamento sportivo. Infatti la piccola nobiltà inglese lo utilizzava per le attività ludiche del tempo: golf, tennis, alpinismo, ciclismo e automobilismo.
E’ proprio in questo periodo e durante la sua storia d’amore con il Duca di Westmister, che intorno al 1920, Coco Chanel iniziò a sviluppare i suoi gusti verso questo materiale, fino a rivoluzionare l’idea della figura femminile introducendo proprio il maschile tweed nei guardaroba delle ladies.
La madrina della celeberrima Maison francese divenne creatrice e lei stessa produttrice di tweed nobilitandolo con nastrini, lustrini, talvolta mescolando la lana con materiali sintetici, declinando questo tessuto in tutte le sfumature possibili. Insomma il tweed ha conosciuto con Mademoiselle Chanel un restyling radicale, quasi la creazione di una nuova visione del tweed lontana da quello tradizionale.  
 Chiudendo la parentesi del Tweed Chanel, si possono illustrare le numerose tipologie di tweed che si differenziano per la razza delle  pecore di produzione della lana, per la regione di lavorazione o per  marchio dell’azienda di fabbrica. Tra i tweed che prendono nome dalla razza della pecora da cui sono prodotti si possiono ricordare: il Cheviot tweed, generalmente grosso, ruvido capace di tenere pieghe volumi in un capo, e il Shetland tweed, leggermente morbido e delicato utilizzato in particolar modo per i looks casual.
I tweed che, invece, sono denominati in base alla posizione geografica si possono ricordare il Donegal tweed, orgoglio irlandese e il tweed sassone.
Invece tra i più famosi tweed  che hanno preso il proprio nome dall’azienda che li produce, non si può non nominare il Harris Tweed.
Questo marchio depositato garantisce al consumatore che la pura lana vergine sia stata prodotta da pecore delle isole Ebridi, situate a nord ovest della Scozia.

Inoltre il tweed ha anche delle applicazioni come tessuto d’arredamento.








Ecco un figurino sviluppato in base alla ricerca sul tweed :




Come si può notare la parola TWEED non è altro che la chiave d’accesso ad un mondo dai confini illimitati, che racchiude tradizione secolare e innovazione d’avanguardia.

Per questo motivo il capo presentato dalla modella a destra di questa descrizione, indossa un completo giacca e pantalone confezionati con due differenti tweed.

Lo stile dei capi sono volutamente casual ma estremamente raffinati, proprio come la storia di questo materiale esige. La mano leggermente morbida rende l’indumento portabile sia per le mansioni  giornaliere a cui si dedica la donna moderna, che per le attività ludiche all’aperto a cui si diletta. La resistenza del tweed permette alla cliente di non temere le temperature invernali e gli strappi che comparirebbero in altri tessuti messi a dura prova da condizioni ambientali bucoliche, per esempio.

E’ evidente che il targhet a cui si riferisce questo look è costituito da donne di età variabile dai 28-30 anni fino al 45-50 anni, con una sola condizione: che esse siano accomunate da uno spiccato dinamismo di spirito, da una voglia di muoversi nonostante il clima rigido. Donne che amino stare all’aperto e che non abbiano paura di dire “si” davanti ad una cavalcata nei boschi o una camminata in un parco. Ma questo look si addice anche alla donna che non può dedicarsi a tutto questo ma dentro di se ha questo attaccamento alla raffinata eleganza che conferisce il tweed a questo outfit,  vissuto nella propria daily routine.

Perché in questa vision non è importante cosa la donna moderna viva, ma come decida di viverla.

Il prezzo che si consiglia è variabile, condizionato dal tweed utilizzato e dalla composizione delle fibre. Si propone una fascia di prezzo medio alto per il 100% lana mentre una cifra più modica per il misto. Il valore che percorre questo look è la portabilità e la possibilità di coprire ogni fascia di prezzo per poter permettere di acquistare a ogni donna, indifferentemente dalla sua capacità economica, il sogno che si nasconde dietro a questo outfit.
 

2.2: Siamo donne!


Ecco a voi il nuovo mood! 
Tema tutto tinto di rosa: le donne. 
Madames èt monsieur pour antipaste il y a:


Un urlo disperato di affermazione della nostra identità.  Chi siamo? Siamo lavoratrici, studentesse, madri, figlie, sorelle, zie, guerriere contro il tempo, martiri per pazienza, crocerossine innate votate al benessere sociale. 
Eppure se un uomo pensa alla donna, la sua immaginazione la dipinge solitamente nuda, sexy o con qualche completino e le tette grosse. Si, perché quando un uomo pensa ad una donna gli vengono in mente solo due cose: la madre e il seno. Insomma gli stessi pensieri che partorisce un neonato durante i primi mesi... 
Eppure ci sono alcune eccezioni. Il buon senso che c'è dentro di me mi ricorda arcigno le parole di un giovane che aveva fatto testimonianza lo scorso capodanno in un centro. Parlando del suo passato aveva detto che guardando una ragazza lui la sporcava con i suoi pensieri tutt'altro che nobili. Mentre adesso, dopo aver superato le prove che la vita gli aveva messo davanti, aveva capito le vere priorità della vita. I valori che animano il cuore dell'uomo. O almeno dovrebbero. E adesso nel guardar una ragazza lui la ammirava come creatura bella. Notava gli occhi sorridenti e la dolcezza con cui lei si relazionava con le altre persone. 
Ebbene, possibile che nel XXI secolo la dignità della donna sia rispettata solo da rare personalità? È vero che le stesse donne nella maggior parte delle volte strumentalizzano se stesse.  E io affogo nella consapevolezza che stia ritornando un Medioevo votato al cattivo gusto e alla scarnificazione della cultura e i suoi valori. 
Ma guardando indietro, ecco che rivedo i miei miti. 
Prima di tutto Jane Austen. La madrina  del romanzo è la mia eroina ottocentesca. 
Dolce, di animo sensibile, raffinata, ribelle, indomabile, amante e amata senza limiti ma sempre all'interno del decoro sociale  che ne conviene. 



Sobria ma estrosa:

Garbatamente aggressiva, pioniera della parità sessuale in una società maschilista:




Dolce e selvaggia, con una spiccata sensibilità e propensione al bello e all'amore. 



Successivamente Emmaline G. Pankhurst, suffragetta britannica con l'ardore che le scorreva nelle vene. Mento alto e spalle dritte. Sprezzante delle catene sociali che legavano i polsi delle donne, lei voleva il massimo della parità: il suffragio universale. Il diritto di voto per le donne è stato come essere riconosciute artefici di se stesse, cittadine che si interessano di ciò che capita nel mondo e capaci di esprimere le loro scelte. Esistere davanti alla legge e esserne attrici attive.  Ecco cosa voleva la nostra Emmaline. Libertà. Di scegliere. 


Elegante nei modi e pura nell'animo :

Pioniera dei diritti inalienabili che allora le donne dovettero conquistare duramente:


Una grintosa rebel, che guarda davanti a se:






Ed ecco arrivare la terza icona femminile, invece , della storia del novecento:

Anna Kuliscioff!

Madrina del partito socialista italiano, lei era animata da due desideri:  riduzione del divario tra classi sociali antitetiche e universalità dell'uomo al di la del suo status. 
Venne chiamata la fortuna del popolo per e dopo essersi laureata in medicina aveva iniziato a esercitare la sua professione a Milano. 










E per ultima ma non per importanza, eco a voi.. 

Amelia Earhart! La donna dei record!



Stile mascolino viso dolce e occhi che ti fissano dicendoti: " tu non lo sai, ma io c'è la farò!" 
Così da infermiera di guerra, casualmente fece un volo turistico in compagnia del padre, volando sopra Los Angeles. Un volo che le fu fatale perché fatalmente cambiò la sua vita!
Imparò a pilotare un veivolo e intraprese la carriera di pilota. Fu la prima donna a sorvolare in equipe l'oceano Atlatico!

Dinamica, guarda le sfide che le si presentano davanti con determinazione..



Accetta un ambiente maschile adattandosi ma senza perdere la sua personalità. Quasi simile a Madamoiselle Coco, per certi versi. 


A. E. Semplicemente. 


mercoledì 11 novembre 2015

2.1: Mood: ERTÉ E LA COMUNICAZIONE LIS





Erténome d'arte di Romain de Tirtoff, è stato uno dei più grandi artisti del 900. La sua vita è stata molto longeva, durata quasi un intero secolo. È stato illustratore di riviste, locandine  e immagini di moda.


Non mi dilungherò ulteriormente su Ertè poiché desidero che voi lettori vi sentiate incentivati a ricercare informazioni su di lui. A scoprirlo. A conoscerlo. Ad amarlo. 
Ora ecco il mio mood:


Copertina




Ricerca iconografica e perché ho associato la LIS ad Erté:




Targhet, occasione d'uso e..
amore sia!



Grazie:



Ciao e grazie per l'attenzione :)


Quest'ultimo abito è stato scelto tra le bozze e perciò è stato sviluppato sia con il disegno A PIATTO, in cui si vede la struttura dell'abito nei suoi tecnicismo, sia a livello modellistico, con il tracciato dell'abito.