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venerdì 29 gennaio 2016

3.1: IL FILO ROSSO BOTTONATO TRA PASSATO E FUTURO: IL TWEED



Il TWEED è un tessuto robusto di lana cardata, dalle profonde origini storiche radicate nel nord della Gran Bretagna. Al tatto risulta poroso e di medio peso. Solitamente è prodotto  da filati peluriosi   medio-fini e filati di lana più grezzi. In origine era fatto a mano da filati irregolari bottonati ovvero da filati aventi impurità come fibre diverse e nodini.. I colori più utilizzarti erano grigio e nero mentre  i moduli classici erano a lisca di pesce o con la rigatura diagonale. Tutt'oggi si possono trovare, invece, disegni e sfumature cromatiche di ogni genere, come pied de poule e i quadretti.

L’origine della parola deriverebbe, probabilmente, dall’area del Tweed Valley dove scorre il fiume Tweed , famosa zona di produzione di questo tessuto. Altre teorie, invece, indicherebbero un funzionario inglese come inconsapevole inventore di tale termine, il quale dovendo scrivere la parola “tweel”, antico sostantivo con cui si definisce l’armatura a saia ( odierno, twill), trascrisse, invece, l’erronea denominazione  tweed.

Inizialmente era il materiale utilizzato nelle tenute scozzesi con cui venivano confezionati gli abiti dei cavallerizzi e dei lavoratori dei possedimenti.
Successivamente, tra il XIX e XX secolo, venne impiegato  per confezionare i capi dell’abbigliamento sportivo. Infatti la piccola nobiltà inglese lo utilizzava per le attività ludiche del tempo: golf, tennis, alpinismo, ciclismo e automobilismo.
E’ proprio in questo periodo e durante la sua storia d’amore con il Duca di Westmister, che intorno al 1920, Coco Chanel iniziò a sviluppare i suoi gusti verso questo materiale, fino a rivoluzionare l’idea della figura femminile introducendo proprio il maschile tweed nei guardaroba delle ladies.
La madrina della celeberrima Maison francese divenne creatrice e lei stessa produttrice di tweed nobilitandolo con nastrini, lustrini, talvolta mescolando la lana con materiali sintetici, declinando questo tessuto in tutte le sfumature possibili. Insomma il tweed ha conosciuto con Mademoiselle Chanel un restyling radicale, quasi la creazione di una nuova visione del tweed lontana da quello tradizionale.  
 Chiudendo la parentesi del Tweed Chanel, si possono illustrare le numerose tipologie di tweed che si differenziano per la razza delle  pecore di produzione della lana, per la regione di lavorazione o per  marchio dell’azienda di fabbrica. Tra i tweed che prendono nome dalla razza della pecora da cui sono prodotti si possiono ricordare: il Cheviot tweed, generalmente grosso, ruvido capace di tenere pieghe volumi in un capo, e il Shetland tweed, leggermente morbido e delicato utilizzato in particolar modo per i looks casual.
I tweed che, invece, sono denominati in base alla posizione geografica si possono ricordare il Donegal tweed, orgoglio irlandese e il tweed sassone.
Invece tra i più famosi tweed  che hanno preso il proprio nome dall’azienda che li produce, non si può non nominare il Harris Tweed.
Questo marchio depositato garantisce al consumatore che la pura lana vergine sia stata prodotta da pecore delle isole Ebridi, situate a nord ovest della Scozia.

Inoltre il tweed ha anche delle applicazioni come tessuto d’arredamento.








Ecco un figurino sviluppato in base alla ricerca sul tweed :




Come si può notare la parola TWEED non è altro che la chiave d’accesso ad un mondo dai confini illimitati, che racchiude tradizione secolare e innovazione d’avanguardia.

Per questo motivo il capo presentato dalla modella a destra di questa descrizione, indossa un completo giacca e pantalone confezionati con due differenti tweed.

Lo stile dei capi sono volutamente casual ma estremamente raffinati, proprio come la storia di questo materiale esige. La mano leggermente morbida rende l’indumento portabile sia per le mansioni  giornaliere a cui si dedica la donna moderna, che per le attività ludiche all’aperto a cui si diletta. La resistenza del tweed permette alla cliente di non temere le temperature invernali e gli strappi che comparirebbero in altri tessuti messi a dura prova da condizioni ambientali bucoliche, per esempio.

E’ evidente che il targhet a cui si riferisce questo look è costituito da donne di età variabile dai 28-30 anni fino al 45-50 anni, con una sola condizione: che esse siano accomunate da uno spiccato dinamismo di spirito, da una voglia di muoversi nonostante il clima rigido. Donne che amino stare all’aperto e che non abbiano paura di dire “si” davanti ad una cavalcata nei boschi o una camminata in un parco. Ma questo look si addice anche alla donna che non può dedicarsi a tutto questo ma dentro di se ha questo attaccamento alla raffinata eleganza che conferisce il tweed a questo outfit,  vissuto nella propria daily routine.

Perché in questa vision non è importante cosa la donna moderna viva, ma come decida di viverla.

Il prezzo che si consiglia è variabile, condizionato dal tweed utilizzato e dalla composizione delle fibre. Si propone una fascia di prezzo medio alto per il 100% lana mentre una cifra più modica per il misto. Il valore che percorre questo look è la portabilità e la possibilità di coprire ogni fascia di prezzo per poter permettere di acquistare a ogni donna, indifferentemente dalla sua capacità economica, il sogno che si nasconde dietro a questo outfit.
 

2.2: Siamo donne!


Ecco a voi il nuovo mood! 
Tema tutto tinto di rosa: le donne. 
Madames èt monsieur pour antipaste il y a:


Un urlo disperato di affermazione della nostra identità.  Chi siamo? Siamo lavoratrici, studentesse, madri, figlie, sorelle, zie, guerriere contro il tempo, martiri per pazienza, crocerossine innate votate al benessere sociale. 
Eppure se un uomo pensa alla donna, la sua immaginazione la dipinge solitamente nuda, sexy o con qualche completino e le tette grosse. Si, perché quando un uomo pensa ad una donna gli vengono in mente solo due cose: la madre e il seno. Insomma gli stessi pensieri che partorisce un neonato durante i primi mesi... 
Eppure ci sono alcune eccezioni. Il buon senso che c'è dentro di me mi ricorda arcigno le parole di un giovane che aveva fatto testimonianza lo scorso capodanno in un centro. Parlando del suo passato aveva detto che guardando una ragazza lui la sporcava con i suoi pensieri tutt'altro che nobili. Mentre adesso, dopo aver superato le prove che la vita gli aveva messo davanti, aveva capito le vere priorità della vita. I valori che animano il cuore dell'uomo. O almeno dovrebbero. E adesso nel guardar una ragazza lui la ammirava come creatura bella. Notava gli occhi sorridenti e la dolcezza con cui lei si relazionava con le altre persone. 
Ebbene, possibile che nel XXI secolo la dignità della donna sia rispettata solo da rare personalità? È vero che le stesse donne nella maggior parte delle volte strumentalizzano se stesse.  E io affogo nella consapevolezza che stia ritornando un Medioevo votato al cattivo gusto e alla scarnificazione della cultura e i suoi valori. 
Ma guardando indietro, ecco che rivedo i miei miti. 
Prima di tutto Jane Austen. La madrina  del romanzo è la mia eroina ottocentesca. 
Dolce, di animo sensibile, raffinata, ribelle, indomabile, amante e amata senza limiti ma sempre all'interno del decoro sociale  che ne conviene. 



Sobria ma estrosa:

Garbatamente aggressiva, pioniera della parità sessuale in una società maschilista:




Dolce e selvaggia, con una spiccata sensibilità e propensione al bello e all'amore. 



Successivamente Emmaline G. Pankhurst, suffragetta britannica con l'ardore che le scorreva nelle vene. Mento alto e spalle dritte. Sprezzante delle catene sociali che legavano i polsi delle donne, lei voleva il massimo della parità: il suffragio universale. Il diritto di voto per le donne è stato come essere riconosciute artefici di se stesse, cittadine che si interessano di ciò che capita nel mondo e capaci di esprimere le loro scelte. Esistere davanti alla legge e esserne attrici attive.  Ecco cosa voleva la nostra Emmaline. Libertà. Di scegliere. 


Elegante nei modi e pura nell'animo :

Pioniera dei diritti inalienabili che allora le donne dovettero conquistare duramente:


Una grintosa rebel, che guarda davanti a se:






Ed ecco arrivare la terza icona femminile, invece , della storia del novecento:

Anna Kuliscioff!

Madrina del partito socialista italiano, lei era animata da due desideri:  riduzione del divario tra classi sociali antitetiche e universalità dell'uomo al di la del suo status. 
Venne chiamata la fortuna del popolo per e dopo essersi laureata in medicina aveva iniziato a esercitare la sua professione a Milano. 










E per ultima ma non per importanza, eco a voi.. 

Amelia Earhart! La donna dei record!



Stile mascolino viso dolce e occhi che ti fissano dicendoti: " tu non lo sai, ma io c'è la farò!" 
Così da infermiera di guerra, casualmente fece un volo turistico in compagnia del padre, volando sopra Los Angeles. Un volo che le fu fatale perché fatalmente cambiò la sua vita!
Imparò a pilotare un veivolo e intraprese la carriera di pilota. Fu la prima donna a sorvolare in equipe l'oceano Atlatico!

Dinamica, guarda le sfide che le si presentano davanti con determinazione..



Accetta un ambiente maschile adattandosi ma senza perdere la sua personalità. Quasi simile a Madamoiselle Coco, per certi versi. 


A. E. Semplicemente.